In un’ottica di sempre maggiore attenzione alla salvaguardia ambientale e per adempiere alle sempre più stringenti normative sul tema, Lubroservice, insieme a Consorzio Cosmave, è attualmente impegnato in un’opera di informazione riguardo a quelli che saranno – nel prossimo futuro – gli standard di produzione e gestione/trattamento che le aziende del settore lapideo dovranno adottare. In particolare, per quanto riguarda la gestione del residuo di taglio, per poter essere riutilizzato come sottoprodotto (quindi non come rifiuto speciale), è fondamentale ridurre gli idrocarburi presenti nella linea di processo, sostituendo i lubrificanti e i grassi minerali con equivalenti sintetici. Per questo motivo, nel numero di Aprile del periodico VersiliaProduce, il tecnico di Lubroservice Paolo Donati ha svolto un approfondimento sui lubrificanti in uso nel settore lapideo, cominciando la spiegazione dei termini più usati per descriverli. Ora, prosegue con altre terminologie utilizzate per caratterizzare i lubrificanti utilizzati nei macchinari delle aziende del settore.

Peso specifico. Il p.s. di un olio lubrificante è il rapporto tra la massa di un dato volume liquido di prodotto petrolifero a 15,6°C e la massa di egual volume di acqua alla stessa temperatura.
Punto di infiammabilità. Rappresenta la temperatura alla quale una fiammella di dimensioni standard provoca una netta accensione sulla superficie del liquido in esame. Da tenere presente che il punto di infiammabilità non indica la temperatura massima d’esercizio del fluido in questione.
Punto di scorrimento. È la temperatura alla quale l’olio scorre ancora in particolari condizioni operative e precede di 3 gradi
Il punto di congelamento. La presenza di cere incrementa il punto di scorrimento.
Schiumeggiamento. La presenza di schiuma superficiale e/o aria nella massa di un olio porta ad inconvenienti di vario genere che si differenziano in base al tipo di servizio cui il lubrificante è adibito. Esempi noti sono il cattivo funzionamento di comandi oleodinamici a causa dell’aumentata comprimibilità dell’olio dovuta alla presenza di aria, scarsa lubrificazione in sistemi in cui l’olio opera in spessori molto sottili ed in presenza di carichi elevati, etc.
Demulsività. Rappresenta la capacità dei lubrificanti di separarsi dall’acqua, spesso è un requisito molto importante. Dove la presenza di vapore o di acqua diventa un fattore operativo dal quale non si può prescindere è necessario conoscere il comportamento del lubrificante, nello specifico il tempo necessario perché l’olio si separi dall’acqua. La presenza di contaminanti incide negativamente sulla demulsività. Circa l’80% delle usure e dei guasti con conseguenti fermi macchina, riduzione o mancata produzione e costi di riparazione sono causati dalla contaminazione dei lubrificanti in esercizio da parte di particolato solido, acqua, polveri sospese, formazione di acidi, ecc.

La formazione di questi contaminanti influisce negativamente andando a modificare le proprietà del lubrificante e di conseguenza le caratteristiche specifiche. Essere a conoscenza di alcuni termini utilizzati per identificare alcune caratteristiche dei lubrificanti può essere utile per essere certi di utilizzare il lubrificante più idoneo all’impiego specifico.

Articolo scritto per VersiliaProduce da Paolo Donati, direttore tecnico Lubroservice S.r.l